Le storie, le leggende e le fiabe.
Siamo nati con tutti questi racconti prima ancora che potessimo leggerceli da soli.
A volte ce li raccontava la televisione, a volte la mamma, altre volte ancora li abbiamo origliati da interlocutori ignari.
Ho sempre avvertito un certo solletichio nell'ascoltare certi frammenti di vita, soprattutto quando li collochiamo nel vecchio 1800. In quelle prime foto in bianco e nero, tanto vicine quanto lontane; appena prima dell'accelerata mediatica ed appena dopo l'Illuminismo.
Spulciando in qua e là, sono riuscita scovare una storia che mi ha ha fatto perdere su un mondo nuovo: parlo di Captain George Costentenus.
Artista circense della fine del 1800; era un pirata ed un avventuriero.
Tatuato su tutto il corpo, sosteneva di essere stato rapito dai Tatari cinesi e tatuato contro la sua volontà.
Nel 1867 viaggiava con un americano ed uno spagnolo in Tartaria in una spedizione mineraria. Sorse una ribellione e si schierarono con gli insorti. Furono fatti prigionieri e sottoposti come punizione a una sessione di tatuaggi durata tre mesi. Dopo il completamento del tatuaggio, i tre fuggirono dalla prigione.
Arrivò ad Hong Kong e passando sul Canale di Suez si recò a Vienna. Nei primi anni del 1870, mentre era a Vienna, attrasse l'attenzione dei medici e degli antropologi. I quali contarono 387 figure.
Dopo essere stato esaminato dalla comunità accademica, iniziò ad esibirsi nell'Europa occidentale. Nell'ottobre del 1874, era a Parigi. Subito dopo fece il giro degli Stati Uniti e divenne stabile a New York. Nel 1885 si diceva che era diventato cieco e si ritirò in una tenuta benestante in Grecia. Nel giugno del 1889, si esibiva al Folies Bergère a Parigi, in Francia. Nell'ottobre 1889, tornò a New York. E da qua, si persero le sue notizie.
I tatuaggi erano fatti con indaco e cinabro e lo coprivano dalla testa ai piedi. Le uniche eccezioni erano le piante dei piedi e parti delle orecchie. Captain George Costentenus aveva 387 figure tatuate sul suo corpo. Quelle immagini raffiguravano animali esotici, fiori, figure geometriche e scritture straniere.
Siamo nati con tutti questi racconti prima ancora che potessimo leggerceli da soli.
A volte ce li raccontava la televisione, a volte la mamma, altre volte ancora li abbiamo origliati da interlocutori ignari.
Ho sempre avvertito un certo solletichio nell'ascoltare certi frammenti di vita, soprattutto quando li collochiamo nel vecchio 1800. In quelle prime foto in bianco e nero, tanto vicine quanto lontane; appena prima dell'accelerata mediatica ed appena dopo l'Illuminismo.
Spulciando in qua e là, sono riuscita scovare una storia che mi ha ha fatto perdere su un mondo nuovo: parlo di Captain George Costentenus.
Artista circense della fine del 1800; era un pirata ed un avventuriero.
Tatuato su tutto il corpo, sosteneva di essere stato rapito dai Tatari cinesi e tatuato contro la sua volontà.
Nel 1867 viaggiava con un americano ed uno spagnolo in Tartaria in una spedizione mineraria. Sorse una ribellione e si schierarono con gli insorti. Furono fatti prigionieri e sottoposti come punizione a una sessione di tatuaggi durata tre mesi. Dopo il completamento del tatuaggio, i tre fuggirono dalla prigione.
Arrivò ad Hong Kong e passando sul Canale di Suez si recò a Vienna. Nei primi anni del 1870, mentre era a Vienna, attrasse l'attenzione dei medici e degli antropologi. I quali contarono 387 figure.
Dopo essere stato esaminato dalla comunità accademica, iniziò ad esibirsi nell'Europa occidentale. Nell'ottobre del 1874, era a Parigi. Subito dopo fece il giro degli Stati Uniti e divenne stabile a New York. Nel 1885 si diceva che era diventato cieco e si ritirò in una tenuta benestante in Grecia. Nel giugno del 1889, si esibiva al Folies Bergère a Parigi, in Francia. Nell'ottobre 1889, tornò a New York. E da qua, si persero le sue notizie.
I tatuaggi erano fatti con indaco e cinabro e lo coprivano dalla testa ai piedi. Le uniche eccezioni erano le piante dei piedi e parti delle orecchie. Captain George Costentenus aveva 387 figure tatuate sul suo corpo. Quelle immagini raffiguravano animali esotici, fiori, figure geometriche e scritture straniere.
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