Parolacce

le parolacce
questo post è legato alle parolacce... quelle grandi grandi e quelle mediosimpatiche.
Stavo facendo il letto con discreta eleganza, mentre ascoltavo musica a pieno volume rallegrando le grandi orecchie di Silos. Faccio il letto, avvio la lavatrice, cammino a piedi nudi e penso... rifletto... e penso ancora. tralasciando le vorticose riflessioni, non appartengono a questo blog, dovrebbero collocarsi in altri contenitori. alla fine del filo illogico dei pensieri, arrivo ad una vecchia questione in sospeso... la mia volgarità.
non è mio interesse domandarmi se una donna debba o meno dialogare colorendo la conversazione con certi termini... banale riflessione dettata dai libri scolastici. sono donna nel rispettare e nell'essere gentile anche con perfetti sconosciuti, non sarà la parola CAZZO dettata dalle mie labbra a mettere in discussione la mia femminilità.
ma mi chiedo... perchè se sono incazzata e sputo certi termini (soprattutto da sola) con tale enfasi... mi sento più leggera? perchè esiste un tale coinvolgimento con certi termini così poveri?
capico quando una si ritrova all'interno della propria camera, ma anche nelle coversazioni che coinvolgono altre persone... l'uso di una tale terminologia può sostenere o fracassare la potena di un dialogo. non va sottovalutato.
quindi, se voglio chiedermi pubblicamente se osare l'utilizzo di tale terminologie... mi rispondo che tutto va osato... ma con testa! capendo bene che potenzialità e che limiti ha la minestra...

lo so, a volte sputtano proprio il tempo a mia disposizione!


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